C’è un fermo per la rapina alle porte di Perugia in cui una donna è stata stuprata. C’è un fermo che potrebbe portare dritti dritti anche a...
C’è un fermo per la rapina alle porte di Perugia in cui una donna è stata stuprata. C’è un fermo che potrebbe portare dritti dritti anche agli autori del barbaro assassinio di Luca Rosi. Si tratta di un cittadino rumeno di 25 anni, fermato sabato mattina alle prime luci dell’alba dai carabinieri del comando provinciale di Perugia perché «gravemente indiziato di essere uno degli autori della rapina in danno di Sergio Papa, commessa nella notte fra il 3 ed il 4 febbraio». A renderlo noto è la procura della Repubblica di Perugia con una nota ufficiale. Tre righe per dire che un giovanissimo è finito in carcere perché a suo carico ci sono gravi indizi di colpevolezza.
Il basista disoccupato L’uomo, senza un’occupazione stabile, è ritenuto dagli inquirenti il basista della gruppo e non è formalmente accusato dello stupro. La rapina venne compiuta da due banditi a volto coperto e durante il colpo uno di loro violentò una donna 54enne, originaria del sud America, che è la madre della compagna di Papa. Due di loro erano dentro a terrorizzare la donna e la nipote di 14 anni. Ma un terzo era fuori. Ad avvisarli di qualsiasi cosa.Fermato a Perugia L’uomo è stato fermato sabato mattina nei dintorni di Perugia dai militari dell’Arma provinciale che lavorano ininterrottamente da una settimana per assicurare alla giustizia le belve che nelle ultime due rapine hanno violentato e ucciso. Anche se al momento al 23enne rumeno non vengono contestati reati legati alla rapina di Ramazzano in cui Luca Rosi è stato ucciso da tre rapinatori, la convinzione, e forse ora qualcosa di più, è che quei colpi siano figli della stessa mano. E un fermo in questo momento è un segno forte e tangibile. Una prova che la direzione potrebbe essere quella giusta.
Si è avvalso della facoltà di non rispondere Il rumeno ha detto qualcosa agli inquirenti prima di essere portato in carcere, nell’interrogatorio di sabato mattina nella caserma di via Ruggia. Ma non ha risposto a tutte le domande che gli hanno fatto carabinieri e pubblici ministeri. Assistito dall’avvocato d’ufficio Giulio Cherubini, per alcune domande si è avvalso della facoltà di non rispondere. E chissà se ora racconterà mai e compiutamente i fatti di cui potrebbe essere a conoscenza.
Il proprietario della villa «Siamo molto contenti che lo hanno preso – dice a Umbria24 Sergio Papa, proprietario della villetta di Pietramelina – e spero che me lo lascino tra le mani». L’uomo era stato aggredito rientrando in casa insieme alla compagna dopo una serata a lavoro nel loro ristorante. Adesso che un uomo è in stato di fermo, tira un sospiro di sollievo, aggiungendo che «li prenderanno presto perché sono tutti della stessa banda». Una banda di personaggi senza scrupoli.
Le analogie: coincidenze? Nella rapina di Pietramelina i due rapinatori che erano dentro casa, si erano fatti consegnare la sua pistola. Una calibro 9. Lo stesso modello usato per sparare i colpi mortali a Luca Rosi. Per ora non c’è certezza che l’arma sia la stessa. Ma c’è un sospetto forte. Oltre alla coincidenza dello stesso calibro, ci sono le villette a poca distanza l’una dall’altra, ci sono i colpi messi a segno di venerdì sera, ci sono le vittime legate con i fili dei caricabatterie e c’è quel particolare che si è verificato in entrambe le rapine: c’è quel bandito che rotea la pistola in mano come un pistolero. Lo fa quando Sergio Papa gli consegna la sua a Pietramelina e lui è contento come un bambino e ci gioca nonostante Papa gli dica che è carica, lo fa quando tiene sotto scacco la famiglia Rosi, prima di usarla per sparare contro il povero Luca.
Si cercano gli altri Coincidenze? Non lo crede nessuno. Anche gli altri potrebbero avere le ore contate. I carabinieri del reparto operativo indagano da più di un mese sulla rapina di Pietramelina e nell’ultima settimana, dopo l’omicidio di Luca Rosi, sono stati affiancati dal Ros e anche dai Ris di Roma che stanno cercando di fare il più presto possibile per avere i risultati scientifici che servono. I militari hanno controllato telefoni, persone e dati. Hanno incrociato moltissimi elementi per ricostruire un quadro dalle tinte fosche e folli di gente che stupra e ammazza. E adesso hanno quello di cui hanno bisogno per bloccarli. E per assicurarli ad una giustizia che tutti sperano faccia il suo corso senza sbavature.
fonte: http://www.umbria24.it/rapina-stupro-pietramelina-carabinieri-fermano-rumeno-%c2%abgravemente-indiziato%c2%bb/87605.html